Un sondaggio condotto dalla Nielsen su un campione di oltre 29.000 intervistati, evidenzia che l’84% dichiara di scegliere il dentista in base alle opinioni di amici e parenti.
Basta fornire prestazioni di alto livello?
NO. Occorre sfatare questa credenza di molti odontoiatri, la verità è che molti studi non hanno controllo attivo sul passaparola e, quindi, non sanno come sfruttarlo.
Le azioni da poter mettere in campo per scatenare il passaparola sono tante, ma non uguali per tutti. Vanno scelte in base alla situazione e tipologia dello studio, perché ciò che può funzionare per uno non è detto che funzioni per l’altro. Quindi, va fatta un’analisi preliminare e poi un piano d’azione strategico.
Se le soluzioni possibili vanno viste in modo situazionale, possiamo però inquadrare subito quali sono le 3 componenti che influenzano il passaparola:
- Componente Clinica, legata alla prestazione ricevuta
- Componente Organizzativa, che riguarda l’esperienza pratica del paziente con lo studio
- Componente Relazionale, espressa dall’esperienza emotiva tra paziente e personale dello studio
L’armonizzazione di queste tre componenti fa emergere l’emozione che stimola il passaparola dello studio.
Vi ricordo che la propagazione del passaparola oggi è accelerata dal web. Potremmo dire che il “WOM – Word of Mouth” (passaparola) si è evoluto in “eWOM – Electronic Word of Mouth” (passaparola elettronico) diventando in molti casi un “Word of Click” per la facilità di sfiorare il touch screen dello smartphone e lasciare un feedback.
Cosa state facendo per generare passaparola in modo attivo? Sta funzionando?
Puoi compilare gratuitamente il Check Up dello Studio Odontoiatrico QUI con compresa una prima consulenza per comprendere quali soluzioni mettere in campo.